Carceri affollate: Giudici californiani, «Svuotate le celle»

In California dopo il successo di una Class action promossa da un’associazione di detenuti, la Corte federale ordina la scarcerazione di 43 mila detenuti  entro due anni. Intanto l’Italia subisce la prima condanna per il sovraffollamento delle sue prigioni

Paolo Persichetti

Liberazione 6 agosto 2009

california_prisons_1_4001

La corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo ha condannato nelle scorse settimane l’Italia a risarcire la cifra simbolica di mille euro per “danni morali” a un ex detenuto, Izet Sulejmanovic, perché vivere in 2,7 metri quadrati di spazio, cifra inferiore al limite di vivibilità di 7 metri quadri a persona stabilito dal comitato europeo per la prevenzione della tortura, è «inumano e degradante». Il trentaseienne bosniaco, condannato nel 2002 a due anni di reclusione per furto aggravato, era finito nel carcere romano di Rebibbia dove era rimasto rinchiuso per alcuni mesi in una cella che ospitava altre 5 persone. 16 metri e 20 centimetri da dividere in sei. Più o meno la realtà quotidiana di tutte le carceri italiane, anzi nemmeno la peggiore. Basti ricordare che tempo fa, nella casa circondariale di Trieste, si era sperimentata la turnazione, regolata con un registro, dei materassi sul pavimento. La cosiddetta “quinta branda”, cioè il posto in più ricavato con mezzi di fortuna nelle celle collettive, in genere da quattro, è stata sorpassata da tempo. Ormai si ricorre ai letti a castello. Le sezioni monocellulari ospitano due, se non tre detenuti per “cubicolo”, mentre nei “cameroncini” si può arrivare a sette-otto ospiti. Poi ci sono i “transiti”, le sezioni di prima accoglienza dove non esistono limiti. Pollai umani. Calca di corpi. La sanzione stabilita dai giudici europei è dunque importante perché riconosce l’illegalità permanente della condizione carceraria. Probabilmente questa è solo la prima di una lunga serie di condanne che investiranno il sistema carcerario italiano, e non si capisce bene con quale faccia i dirigenti del Dap e del ministero della Giustizia potranno affacciarsi in Europa. Il problema tuttavia non è solo italiano, anzi più esattamente l’Italia l’ha importato dagli Stati uniti, soggiogata dalle politiche sicuritarie della tolleranza zero. Ora però arriva il conto e sarà salato in termini economici e sociali. Il livello di tensione e conflitto sta salendo, l’ingestibilità dell’universo carcere diventa ogni giorno di più difficile. L’ossessione della sicurezza «ha generato solo insicurezza», come ricordava tempo fa Michele Ainis su La Stampa. Basta ascoltare gli allarmi lanciati dai sindacati penitenziari. Un coro unanime denuncia l’invivibilità e la pericolosità raggiunta dal sistema.
Negli Stati uniti, ha raccontato l’altro ieri il New York Times, un comitato di giudici federali della California ha ordinato al governatore Arnold Schwarzenegger di ridurre il numero dei reclusi di almeno 40 mila unità entro i prossimi due anni, cioè circa il 27% della popolazione totale.

CAPrison-1.JPG

Il giudizio emesso dalla corte è molto netto, definisce senza mezzi termini il circuito penitenziario, così come oggi è concepito, un sistema «criminogeno». Dopo aver indagato per alcuni anni il trattamento riservato ai reclusi, a seguito di una class action promossa da un’associazione di carcerati, e dopo lo stato di emergenza proclamato dallo stesso governatore nel 2006,  i tre giudici federali hanno stilato un rapporto di 184 pagine nel quale concedono 45 giorni di tempo ai membri dell’assemblea statale e al governatore per presentare un piano che riduca la popolazione dalle attuali 150 mila unità a 110 mila. Nel rapporto i giudici denunciano violazioni patenti dei diritti individuali sanciti dalla costituzione. «La salute fisica e mentale degli istituti californiani è umanamente e costituzionalmente inadeguata da oltre 10 anni». Per lungo tempo sono state negate, in situazioni dove l’affollamento può raggiungere livelli spettrali anche del 300%, «le cure fisiche e mentali essenziali con conseguenze talvolta fatali».

600_prison_1

Il rapporto descrive un flusso d’ingresso negli istituti che stravolge tutte le misure di verifica e gestione, con l’effetto di rendere poco accurate le fasi d’identificazione e di certificazione dello stato di salute degli incarcerati, suscitando situazioni di pericolo per la custodia e i reclusi stessi. Emerge un sistema caotico con tripli letti a castello, brande accatastate in palestre e corridoi. In sostanza l’inchiesta delinea lucidamente il tracollo del complesso carcerario-industriale e della politica della tolleranza zero risoltasi nel suo esatto contrario, ovvero una industria dell’insicurezza. Schwarzenegger aveva già proposto una riduzione di 27 mila unità, ma i giudici ora portano la barra a 43 mila. Nessuno pensa alla costruzione di nuove carceri come in Italia. Una vacanza in California potrebbe suggerire qualche buona idea al ministro Alfano e al capo del Dap, Ionta. Buon viaggio.

Link
Carcere di santa Maria maggiore a Venezia dove si trova la cella “liscia” che ha ucciso  Mohammed
L’indulto da sicurezza, il carcere solo insicurezza
Carcere, il governo della sofferenza
Carcere, solo posti in piedi
Ho paura dunque esisto
Sistema carcere, troppi morti
Detenuto morto nel carcere di Mammagialla, è il sesto in un anno

Mammagialla morning
Come si vive e si muore nelle carceri italiane
Come topi
in gabbia
Abruzzo la terra trema anche per i dimenticati in carcere
Lì dove il secolo è il minuto
Prigioni i nuovi piani di privatizzazione del sistema carcerario
Carceri private il modello a stelle e strisce privatizzazioni e sfruttamento
Aboliamo le prigioni
Il lavoro in carcere
Le misure alterantive al carcere sono un diritto del detenuto
Basta ergastolo: parte lo sciopero della fame
Manuel eliantonio morto nel carcere di Marassi
Carcere di Forli: muore in cella abbandonato nessuno lo ha soccorso
Ali juburi, morto di sciopero della fame
Dopo la legge Gozzini tocca al 41 bis, giro di vite sui detenuti
Carcere, arriva la legge che cancella la Gozzini
Fine pena mai, l’ergastolo al quotidiano
Sprigionare la società
Desincarcerer la société
Sulla mobilitazione attuale nelle carceri
Carcere, gli spettri del 41 bis

Un pensiero su “Carceri affollate: Giudici californiani, «Svuotate le celle»

  1. Pingback: Cronache carcerarie « Insorgenze

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...