Avviso per il “Popolo viola”: cambiate giornale. Il Secolo d’Italia fa gli auguri al Fatto quotidiano. Tra fascisti ci si intende

Letture consigliate – Le molte affinità elettive che legano la destra postfascista ai giustizialisti del Fatto quotidiano

«Il Secolo d’Italia fa gli auguri al Fatto quotidiano»

di Luciano Lanna
Il Secolo d’Italia 23 mrzo 2011

Tanti auguri al Fatto Quotidiano che oggi inaugura ufficialmente la nuova sede di via Valadier a Roma, dove la redazione si è trasferita dal primo febbraio, e festeggia i 18 mesi di vita e di successo. Lo facciamo anche perché lo si avverte davvero come un giornale con il quale condividiamo molte cose. Dalla presenza sulle sue colonne della firma del nostro amico Massimo Fini al fatto che molto ci accomuna al direttore e al vicedirettore, Antonio Padellaro e Marco Travaglio. «Mio padre è stato fascista convinto. Zio Nazareno, uno dei discepoli di Bottai», ha confessato tempo fa l’ex direttore dell’Unità Padellaro a Claudio Sabelli Fioretti. Aggiungendo: «I miei miti erano i grandi scrittori americani. Ma la bella stagione è durata poco. Sono stato immesso subito in questo meccanismo mostruoso che è il giornalismo». E ancora: «Non ho mai votato Pci in vita mia. Anzi votai Craxi quando diventò segretario. Ma venivo visto come uno strano giornalista non rassicurante in un posto importante…». Marco Travaglio, poi, montanelliano e di destra, ha ribadito le sue idee anche ieri sera in tv a Niente di personale di Antonello Piroso. E anche lui si era confessato con Sabelli Fioretti: «Non sono stato in Lotta Continua, né in Potere Operaio, né in Cl. Non sono mai stato iscritto a niente. Io sono anticomunista oggi come lo ero allora». Anzi, Travaglio ci tiene a ribadire di non avere niente a che vedere con qualsiasi sinistra: «Se non fosse Berlusconi il capo della destra, io starei lì!». E anche tutto questo, come il dato che Massimo Fini con i suoi libri – da La ragione aveva torto a Il ribelle – sia uno degli autori più letti a destra, è solo la conferma dell’anomalia italiana, quel mondo alla rovescia determinato dal primato dell’antipolitica che da una ventina d’anni allontana l’Italia dagli altri paesi europei. Poi non è di sinistra, ma è da sempre un liberale doc, il responsabile dell’inserto settimanale del Fatto dedicato alla cultura, Riccardo Chiaberge: «Da quando è uscito – dice Padellaro – abbiamo 4mila lettori in più».

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