Chi sono?

Chi so io? E chi ho da esse…?

– E quelli? – Quelli? Je successe questa:
che mentre, lì, frammezzo ar villutello
così arto, p’entrà ne la foresta,
rompevano li rami cor cortello,
veddero un fregno buffo co’ la testa
dipinta come fosse un giocarello,
vestito mezzo ignudo, co’ ‘na cresta
tutta formata di penne d’uccello.
Se fermorno. Se fecero coraggio:
– Ah quell’omo! – je fecero, – chi siete?
– Eh – fece, – chi ho da esse’? So’ un servaggio.

Cesare Pascarella, La discoverta dell’America

62 pensieri su “Chi sono?

    • Chi so io? E chi ho da esse…?

      – E quelli? – Quelli? Je successe questa:
      che mentre, lì, frammezzo ar villutello
      così arto, p’entrà ne la foresta,
      rompevano li rami cor cortello,
      veddero un fregno buffo co’ la testa
      dipinta come fosse un giocarello,
      vestito mezzo ignudo, co’ ‘na cresta
      tutta formata di penne d’uccello.
      Se fermorno. Se fecero coraggio:
      – Ah quell’omo! – je fecero, – chi siete?
      – Eh – fece, – chi ho da esse’? So’ un servaggio.

      Cesare Pascarella, La discoverta dell’America

  1. Non so chi sei, ma presumo un carcerato.
    Il blog è molto, molto bello; scritto bene e soprattutto molto sentito, quindi profondo.
    L’ho scoperto solo ieri, ora comincerò a leggerti più di frequente. Congratulazioni,
    Andrea

  2. ciao,
    mi ha fatto un gran piacere trovare questo blog, alla domanda chi sei…beh…sorrido…..
    complimenti per questo blog che è davvero interessante, penso che lo visiterò spesso 🙂 !

    baci

    blanka

  3. La rivista che curi è molto intelligente, e molto commovente.
    E fa venire voglia di resistere e di disobbedire.

    Una sola cosa, non ti offendere: la finestrella con le traduzioni automatiche è un pericolo pubblico. Non traduce niente correttamente. Io ho verificato le lingue che conosco bene, per cui fidati!!
    Non credo che serva a niente, in un certo senso è controproducente. Meglio creare un network di volontari che ogni tanto traducano gli articoli più richiesti. Che dici?
    Un abbraccio, chiunque tu sia e
    GRAZIE!

  4. ho letto solo l’articolo su prima linea e proverò a confrontarlo col film quando avrò occasione di vederlo. il sito mi sembra fatto bene. io però ho la tendenza alla critica estrema e puntigliosa, quindi ti chiedo… non trovi quanto meno “in contrasto” con le idee propugnate la foto col tipo che dipinge sul muro la falce e il martello indossando le tiger?! io se avessi una certezza sulle mie idee politiche cercherei di essere il più coerente possibile anche ad esagerare… xò magari è solo una mia mania di perfezionismo… ormai i compagni di oggi sono tutti borghesi con fred perry, nike e angel&devil … 😦

    • Le Tiger sono delle scarpe!? Grazie dell’informazione. Magari il mio è solo un difetto ma in genere non guardo quello che gli altri portano ai piedi, anche perché poi non saprei distinguere. Penso piuttosto a quel che hanno in testa. Guardo le loro facce e se sono fanciulle anche qualcos’altro.
      Fred Perry non l’avevo mai sentito prima, ma se non avessi letto che si tratta di scarpe avrei pensato ad una marca di whisky. Facciamo così:
      lasciamo che uno calzi quel che vuole. La rivoluzione si fa meglio se uno non ha male ai piedi. E poi magari il giovane della foto quelle scarpe le ha “prelevate” da una vetrina… vallo a sapere. Mica sarai contrario all’esproprio di volgari merci?
      In ogni caso l’ascesi non aiuta granché a fare la rivoluzione. Il socialismo ascetico era una delle tante versioni del socialismo utopistico del primo 800. Le pezze al culo non sono un segno di coerenza ma un problema di reddito. Il comunismo non è l’indigenza condivisa ma la ricchezza redistribuita equamente.

  5. Bellissimo tutto, compreso il Pascarella, ma soprattutto la notizia di Manolo Morlacchi e Costantino liberi. A pugno chiuso Cesare

  6. ti leggo e mi sovviene una canzone di De Andrè..una delle tante citabili…
    Certo bisogna farne di strada
    da una ginnastica d’obbedienza
    fino ad un gesto molto più umano
    che ti dia il senso della violenza
    però bisogna farne altrettanta
    per diventare così coglioni
    da non riuscire più a capire
    che non ci sono poteri buoni
    (nella mia ora di libertà)
    grazie e a presto. Blanka

  7. Ciao sono uno studente di giurisprudenza, mi presento mi chiamo Sebastianoi, ti volevo chiedere se potevo fare riferimento ad un paio dei tuoi articoli (Rosarno) per la mia tesi di laurea, in anticipo grazie del tempo dedicatomi, ps fai davvero 1 gran bel lavoro, continua così !!

  8. Belle e 4 parole. Mi piace quello che scrivi e mi piace come lo dici. Ma non ha importanza se non fosse che è un contributo per la Lotta.

    Massimiliano

    (ti linko)

  9. Ho conosciuto il tuo blog cercando sul web un commento condivisibile sulla vicenda di Battisti. Continuerò a seguirti perché vedo che sai di cosa stai parlando. Scusa la mia stupidità: sei Paolo Persichetti?

  10. Navigando fra le onde del web mi sono piacevolmente incagliato in questo bel blog.

    Scrivo per passione con lo pseudonimo di Josè Pascal (figlio del fu Mattia Pascal e Ederì Buendìa discendente del grande colonnello Aureliano Buendía).

    Ti invito a visitare la mia scatola ed eventualmente collaborare.

    Se un giorno vorrai una lettera mi invierai a inparolesemplici@gmail.com

    buona vita e a presto spero

  11. Ciao. Sono Donatella Quattrone. Sul mio blog mi faccio chiamare ColpaMetafisica. Sono quella che ha commetato sul blog di Valentina e vi ha segnalato.
    Ho idee politiche opposte alle tue ma è così con tutti quelli che frequento sul web. Come ora anche tu mi hai fatto simpatia e ho pensato di venire a trovarti qui. Ti linko. Ciao.
    Donatella.
    http://parolenude.splinder.com

  12. potresti essere Mario, Franco, Barbara o Alessandra…la storia e piena di nomi come le lapidi dei cimiteri….le celebrita’ hanno bisogno di un nome, i casellari giudiziari hanno bisogno di nomi, e in un potere dove il diritto non esiste, il nome e solo un dovere. l impoprtante e mettere a nudo realta’che forse non tutti sapevano , o che non volevano vedere e che ancora oggi esistono in tutti i carceri di regime. Nell esperienza non ce nulla di anacronistico ma solo il racconto di una vita cercata profondamente dal proprio essere. Un saluto, ovunque tu sia.

  13. quasi un pacchetto di sigarette e una notte insonne distribuita tra PolvereDaSparo e Insorgenze… ma ne valeva la pena! x___x
    A questo punto non resisto e ti cito l’ultima frase in risposta a Giovanni sul mio blog.

  14. ciao ,penso di aver letto un tuo libro, scritto con Oreste Scalzone, per Odradek se ho capito bene! Il tuo blog è veramente rigoroso e serio, l’ho conosciuto solo oggi. Ma mi spieghi una cosa? Perché quelli di Carmilla si sbracciano tanto per Saviano, tanto che hanno messo in croce Dal Lago in un pezzo? Un saluto

    • La domanda andrebbe girata direttamente a loro. Per quanto ne so credo che sotto ci sia un problema di legami letterari. Il direttore della collana Mondadori o Einaudi, non so esattamente perché come immagini non frequento quei salotti, che ha pubblicato Saviano è legato al giro di Carmilla. Credo proprio ai Wu ming, condivide i loro discorsi sul nuovo genere epico italiano di cui Saviano è ritenuto il più illustre interprete… Che dirti? Lasciamo alla storia dare il suo verdetto!

  15. Pingback: Prospero Gallinari: un passaggio delle memorie del “contadino nella metropoli. icordi di un militante delle Brigate rosse”

  16. Complimenti e grazie di esistere resistere e … credici nella comunicazione si edifichera’ il futuro, e tu sei comunicazione!

  17. Sono anni che leggo questo blog con onesta discontinuità. Qui capito quando mi interrogo sulla qualità della politica e della “giustizia”. Ho trovato nelle tue parole tanti concetti e tanti interrogativi che talvota mi pongo, per poi dimenticarmente dietro i colpi assestati dai ritmi di questo stile di vita perbenista e benpensante.
    Non so quale sia la storia della tua vita, ma per quello che posso comprendere sugli uomini liberi, tu dai l’impressione di esserlo molto più di tanti altri che dormono a casa tutte le notti. Grazie per condividere con noi pasanti tutto questo. Grazie di cuore. Filippo

  18. ma come fa un uomo (o donna) a torturare un altro uomo (o donna)? ma come fa un uomo a torturare un altro uomo? ma come fa un uomo a torturare un altro uomo?…mi dispiace, non riesco a pensare ad altro. Quando mi sforzo di pensare ad altro mi viene solo in mente: ma come fa un uomo a torturare un altro uomo e restare impunito? Penso che nessuno di noi sia libero. Chiunque abbia nel suo bagaglio questa roba e ci pensi la notte, é ancora più vittima di qualcosa che mi terrorizza profondamente. Se qualcuno di voi in questi blog ha una risposta, in particolare su come si fa a restare impuniti, come si fa? Voglio i nomi di chi perpetra e di chi lascia perpetrare! Anche per la storia del G8 di cui sono a conoscenza anche i perbenisti benpensanti…ma come é possibile?? Aiuto.

  19. Sono quelli come te che conservano la libertà, la alimentano e ne amano l’intima natura rivoluzionaria. Nessuna sbarra ferma il pensiero.

  20. a pugni chiusi dalla grecia, da un compagno che non ha fatto tempo di dissociarsi. chiedo scusa per il cattivo italiano , non scrivo ormai da molti anni. Ho militato anche io in autonomia ed alle formazioni combattenti e mi sento ancora vivo e felice che esistono compagni come te. ti ringrazio molto con un abbraccio forte. hasta siempre!

  21. Sono la mamma di Mario. Sono una donna con una storia diversa, sono borghese, avvocato, ho sposato un servitore dello Stato. Sono, potrei essere, la cosa più lontana da te e dalla tua famiglia. Sono la mamma di un bambino morto e rinato. La mamma di un 30 settimane bradicardico, tracheostomizzato, morto e rinato due volte, rianimato alla buona, assistiti solo dalla nostra discreta memoria (“no!! Fai così, la dottoressa faceva così! “) Sono quasi le tre del mattino, il saturimetro mi dice che va tutto bene, io piango e ti ringrazio. Hai parlato per me, hai parlato per mio marito, hai soprattutto parlato per Mario. Grazie perché hai sciolto i nodi di un pianto chiuso, blindato sotto strati di leggerezza forzata, di ironia. La verità è banale, io lo so: il dolore è trasversale, casuale, inappellabile, eppure Sirio, Mario,e tutti i bimbi senza nome sanno meglio di noi che vuol dire “rivoluzione “, ogni volta che reimparano a respirare.

  22. Forza Mario! Un bacio dolce per te. Sirio ha due anni, è un bimbo curioso, sta seduto e si guarda intorno divorando con gli occhi ogni cosa e soprattutto comincia a voler camminare.

  23. Anche Mario ha due anni, anche lui ha ricominciato a camminare dopo tanti mesi di paralisi forzata. Ma loro sono forti, forti, forti! Un abbraccio a tutti voi, che tra mille difficoltà portate avanti l’amore, la dedizione, l’attenzione. Ti leggerò con costanza, sei parte di una storia che varrebbe sempre la pena approfondire.

  24. Caro Paolo P., il tuo blog è interessante -anche molto – ma forse una chiave storiografica meno polarizzata e più aperta ad altre letture della nostra storia recente non guasterebbe.

  25. Gentile Persichetti,
    spero che adesso dopo la pubblicazione del post fotografico sul presunto Nirta lei si sia convinto che non siamo un piccolo gruppo di studiosi complottisti sul sequestro Moro.
    Magari, al contrario, si riuscirà a fare sinergia, e se, forse, qualche sua granitica certezza verrà meno – detto da chi come noi certezze non ne ha – si riuscirà finalmente a fare un grande e costruttivo lavoro di ricerca e dibattito su questa enorme tragedia repubblicana.
    Andrea Guidi, collettivo di studio del Sedicidimarzo.

  26. Chiunque tu sia complimenti per il blog. L’ho scoperto oggi ed ho già lasciato due commenti. Mi sembra che però in questi ultimi anni non sia stato aggiornato (forse mi sbaglio ma gli argomenti, tutti interessantissimi, sono tanti che prima di vedere le date leggo i contenuti). Che dire?! Beh mi sarebbe piaciuto avere un amico come te quando facevo Scienze Politiche. Sarebbe stata una conoscenza che avrei mantenuto fino ad oggi. Io sono un inguaribile idealista che rimpiange di essere nato “tardi” rispetto alla grande epopea delle Brigate Rosse. Non sono di sinistra ma credo che le BR avessero ragione. La corruzione evidente dello stato (s piccola….) in cui nostro malgrado viviamo oggi lo dimostra senza dubbio! Vabbè ora ti lascio, alla mia età fa male sognare….. Spero che il mio messaggio ti possa arrivare.
    Ciao! Patrizio

  27. Un professore un uomo scappato a orrore e reso indietro x interessi politici quel uomo era un buon prof pacifico dolce e intenzionato senza essere banale

  28. Ciao, ho appena scoperto Insorgenze e mi piace molto. La poesia/filastrocca in gergo dialettale è deliziosa, leggendola mi è venuta in mente un’associazione mentale con il mio eroe preferito, Gert dal Pozzo.
    Buon lavoro e grazie.

  29. Buonasera, sono il giornalista Berardo LUPACCHINI coautore del libro “Br. L’invisibile. Dalla Spiotta a via Fani, dal sequestro Gancia al rapimento Moro”, firmato con la collega Simona Folegnani. Seguo il vostro sito, ho visto l’intervento di Frank Cimini e vorrei poter intervenire se me ne darete modo. Grazie dell’attenzione e buona serata.

  30. Sono il giornalista Berardo Lupacchini, vorrei intervenire per replicare a quanto scritto dal dottor Persichetti circa l’indagine che riguarda Renato Curcio sui fatti del sequestro Gancia. Insieme alla collega Simona Folegnani, ho scritto un libro (Br. L’invisibile. Dalla Spiotta a via Fani, dal sequestro Gancia al rapimento Moro. Edito da Falsopiano) centrato soprattutto su quella vicenda del ‘75. Ci preme in questa sede precisare quale è stato il nostro modo di lavorare nei quasi quattro anni di ricerche. Non siamo investigatori improvvisati, perché sappiamo di cosa scriviamo. Abbiamo considerato il fatto senza pregiudizi di sorta, pur avendo in Bruno D’ALFONSO, figlio del carabiniere ucciso nella sparatoria che segnò il tragico epilogo del rapimento, l’autore della prefazione. Senza pregiudizio alcuno dunque nei confronti dei brigatisti rossi del tempo tutti ascoltati: purtroppo ne’ Curcio a Firenze ne’ Moretti nel carcere di Opera hanno voluto offrirci il loro contributo. Ma questo non è stato un ostacolo. Entrambi hanno dato alle stampe molti anni fa dei testi autobiografici nei quali sono emersi importanti, per noi, elementi cui riferirsi. Basta leggerli. Per identificare chi fuggi’ dalla Spiotta, siamo partiti dalle dichiarazioni che il pentito Enrico Fenzi ha rilasciato alla commissione parlamentare Moro 2 nel 2017, individuando in Moretti colui che scappò riportando ciò che i suoi ex compagni sostenevano con rancore dalle celle di massima sicurezza. Fenzi ha confermato quelle dichiarazioni di persona a Genova e per mail. Gli altri elementi che sono emersi riguardano la nota dichiarazione trovata in via Maderno a Milano dove Curcio venne arrestato nel gennaio ‘76. Il passaggio chiave è legato al riferimento che chi la scrisse fece a Curcio sul punto di osservazione della Spiotta “ove l’altra volta”: si rimanda al sequestro Sossi del ‘74, la famosa operazione Girasole (citata nella relazione) che vide nei 35 giorni del rapimento Moretti e Curcio con Buonavita di stanza in quella cascina pronti a tutto se da Tortona il trio Franceschini-Cagol-Bertolazzi che segregava il magistrato avessero chiesto di intervenire. Andò proprio così perché alla Spiotta ci fu un vivace confronto sulla sorte di Sossi. È storia. Non solo. Anche su come è morta la Cagol abbiamo acceso le nostre luci raccontando senza censure la dinamica ed ascoltando i carabinieri che arrivarono sul posto fra i primi, mancati da alcuni mesi. Detto questo, abbiamo anche rivelato una circostanza fondamentale: la presenza di un infiltrato nelle Br nel ‘75 e all’epoca del sequestro. Ne facciamo nome e cognome e lo identifichiamo nella fonte Frillo.
    Grazie dell’attenzione

    • Dottor Lupacchini la ringrazio per le sue precisazioni in difesa del lavoro svolto nel volume scritto insieme alla sua collega Simona Folegnani. Conosco il vostro lavoro per questo mio sono permesso di muovere delle critiche. I suoi argomenti tuttavia non risolvono le fragilità e le lacune della vostra ricerca pre tre motivi (per ragioni di sintesi mi limito a questo).

      
1) La fonte, unica a cui attingete, ovvero Enrico Fenzi non ha alcuna cognizione diretta della vicenda. Non apparteneva alla colonna coinvolta e all’epoca del sequestro Gancia ancora non faceva parte delle Br, che a Genova si costituiscono come colonna solo nel 1976, dopo l’azione Coco. Fenzi riferisce dunque dei de relato raccolti in carcere, frutto di altri de relato. Insomma voci, sentito dire, maldicenze sarebbe più corretto affermare, legate a un giro di prigionieri vicini al gruppo Franceschini-Semeria, abituati a condurre battaglie politiche attraverso lo strumento della calunnia personale. Persone che nutrivano un profondo, quanto ingiustificato (la vicenda Frillo lo dimostra), risentimento contro Moretti. Insomma si tratta di affermazioni del tutto inattendibili che avreste dovuto valutare con maggiore attenzione.

      2) Quanto al passaggio presente nel testo che riprende le parole del militante superstite riuscito a fuggire, il passo da voi indicato, «ove l’altra volta», non prova nulla poiché la Spiotta non fu impiegata unicamente durante il sequestro Sossi ma venne usata in precedenza e successivamente per riunioni e per ospitare militanti. Molti passarono da quelle parti e il suo impiego per il sequestro Gancia fu un errore logistico importante alla base della tragedia poi avvenuta. I carabinieri che studiavano attentamente la logistica brigastista avevano capito che era una loro abitudine affittare cascine e, come ha spiegato Seno, la Spiotta era stata attenzionata proprio nell’ambito di questa attività di mappatura delle possibili basi brigatiste. Tanto ché dopo quell’episodio le Br compresero che la stagione delle cascine si era conclusa.

      3) Infine se aveste studiato meglio il funzionamento della logistica e dell’organizzazione interna brigatista non avreste commesso l’ingenuità di collocare una esponente della colonna milanese all’interno della Spiotta con il sequestro in corso, per altro un sequestro di autofinanziamento e non politico, ritenendolo addirittura uno dei custodi dell’ostaggio. Cioè vuol dire non aver compreso nulla del funzionamento organizzativo delle Br. Fatta eccezione per il sequestro Moro, gestito direttamente per la sua rilevanza dall’Esecutivo – da qui la presenza di Moretti in via Montalcini – nessun sequestro delle Br prevedeva scompartimentazioni di colonna. Ogni colonna aveva la sua autonomia d’azione e logistica.

      Infine, per quanto riguarda la vicenda del confidente Frillo di cui aveva scritto in origine il giudice Mastelloni nel suo libro, le mie ricerche mi avevano condotto ad un altro nome, quello fatto dal generale Bozzo, persona molto anziana e quindi soggetta a possibili errori o scambi di persona. Ritengo che sul punto la vostra ricostruzione è forse più plausibile. Non ho ancora avuto modo di consultare i documenti dove se ne parla, cosa che farò appena sarà possibile. In ogni caso non cambia nulla poiché si trattava in entrambi i casi di due persone interne all’assemblea autonoma di Porto Marghera, quella giusta proveniva – scrive Mastelloni – dalla Brigata Ferretto.

      Paolo Persichetti

      Ps: trasferirò questa discussione sotto il post che l’ha provocata. Mi sembra più corretto.

  31. Gentile dottor Persichetti, sono di nuovo Lupacchini. Non vorrei apparire tedioso, ma essendo vecchio del mestiere della penna ed avendo lavorato per tanto tempo con la mia collega Folegnani sulla vicenda, devo reintervenire sulle sue dignitose critiche alla nostra pubblicazione. Intanto, se lei è convinto che non sia Mario Moretti colui che sfuggi’ all’arresto alla Spiotta vuol dire che ha degli elementi tali da poterlo affermare e che magari potrebbe riferire ai magistrati che conducono una inchiesta sul caso riaperto. Ma siccome non lo crediamo, le faccio presente che è vero che Fenzi ha rilasciato quelle dichiarazioni per sentito dire, ma le ha pur sempre fatte davanti a una commissione d’inchiesta. È informato da Semeria e Franceschini?Franceschini sa chi è chi scappò dalla cascina perché nel suo libro dice di conoscerne l’identità perché anche lui, allora in carcere, ricostruì il sequestro Gancia con il compagno che si salvò. Ma il Fenzi, vista la vicinanza al Moretti, potrebbe aver attinto anche da altre fonti. In ogni caso, come giornalisti dovevamo tener conto delle sue affermazioni su un episodio così oscuro della storia degli anni di piombo e delle Br. Fenzi venne arrestato con Moretti e con lui fu ferito in carcere a Cuneo. Il professore genovese non era l’ultimo dei brigatisti insomma, per quanto ebbe un ruolo solo dopo i fatti in questione. Veniamo a Moretti capo del logistico in quel periodo. Intanto, ha le caratteristiche fisiche descritte dai testimoni oculari dell’episodio: massimo 170 cm, magro, capelli e zigomi di un certo tipo. Il 18 febbraio aveva partecipato all’evasione di Curcio con la Cagol. Non solo: nel suo libro di memorie ha scritto che “Margherita ci avverti’ (dell’arresto di Maraschi di Lodi che non era della colonna torinese dunque) e decidemmo insieme cosa fare”. I dirigenti massimi delle Br avevano già agito in prima persona: nel sequestro Sossi la Cagol era con Franceschini nella villetta di Tortona a sorvegliare ed a interrogare il giudice. A Genova, lo avevano prelevato sotto casa lo stesso Curcio, la moglie e Franceschini oltre a molti altri. È Curcio dalla pagina 117 del suo testo scritto con Scialoja che parla del sequestro Gancia ad esempio evidenziando: noi decidemmo (con Moretti appunto e la Cagol in aprile in una base del piacentino) l’azione Gancia, sapevamo i suoi spostamenti, conoscevamo bene la zona, Margherita mi telefonò il 5 mattina, mi incontrai a Milano il 5 giugno con Casaletti, mandai una squadra a recuperare il compagno fuggito. E ancora. Il riferimento “ad altra volta” che si legge nella relazione del brigatista che era con la Cagol, trovata nella casa della coppia Curcio-Mantovani a Milano sei mesi dopo il sequestro Gancia, non può essere un generico riferimento a una delle tante riunioni svolte alla Spiotta. Appare almeno a noi più plausibile che si riferisse all’unico precedente, lungo sequestro di persona organizzato dalle Br e cioè quello di Sossi della primavera ‘74: alla Spiotta soggiornarono infatti per 35 giorni proprio Curcio e Moretti, ci fu in parte anche Buonavita ma che di sicuro non partecipò al sequestro Gancia poiché era in carcere. E In quella relazione trovata a Milano dunque si parla del sequestro Sossi definendolo operazione Girasole. La domanda è: secondo lei la Cagol sarebbe rimasta da sola a custodire Gancia con il debuttante Maraschi, fuori colonna di Torino, e con un altro anonimo appunto che sfuggi?Già’, perché Curcio, secondo la sua memoria difensiva consegnata ai Pm, identifica il fuggitivo in un brigatista che mai aveva visto prima e che non vide più dopo. Sostanzialmente un altro debuttante!Eppure quello era il primo sequestro di autofinanziamento…Ricordiamo che un sequestro di persona può comportare l’accusa di omicidio se le cose finiscono nel sangue, cioè il massimo del rischio per un’operazione delittuosa. I brigatisti avevano un autentico arsenale nella cascina e c’era l’ordine di rompere col fuoco l’accerchiamento se fosse servito; un ordine rispettato alla lettera, mancando tutti gli stratagemmi per fuggire prima in caso di arrivo dei carabinieri. Dottor Persichetti, se sa chi fuggi’ dalla Spiotta lo dica ai magistrati. La fonte Frillo era un autonomo poi brigatista di Mestre, rosso con i baffi, abbiamo le foto di prima e di oggi di lui, siamo in possesso delle note del Sid che sapeva dal 19 maggio 75 del verificarsi di un sequestro di persona. Altri documenti sono nell’archivio dei servizi a Roma e possono ricostruire la verità. Nonostante irregolare, Frillo era vicino ai più alti livelli brigatisti. Fu dapprima Alunni e poi Micaletto (che poi fece altrettanto con Fenzi a Genova) ad istruirlo. Doveva essere protetto, ci ha dichiarato dopo una intercettazione ambientale il defunto carabiniere Lucio Prati, cioè uno che sapeva come morì la Cagol e che ferì a Milano lo stesso vedovo. Perciò chi fuggi’ dalla Spiotta venne lasciato andare per una precisa strategia. Il Sid e il nucleo di Dalla Chiesa volevano prendere Curcio: e dopo sei mesi Frillo provvide. Su Moretti avevano già dato prova di un certo disinteresse a Pinerolo dove vennero arrestati Curcio e Franceschini, nonostante Moretti fosse stato fotografato e sapevano bene chi fosse. Di altri particolari (come la non casualità dell’iniziativa Spiotta del tenente Rocca informato dal collega di Canelli che aveva arrestato il lodigiano Maraschi) scriveremo ancora e di più nel prossimo libro sul rapimento Gancia, ovvero la vicenda più significativa delle prime Br. Grazie di nuovo dell’attenzione.

    • Dottor Lupacchini, faccio davvero fatica a continuare una conversazione con lei visto quanto scrive nella parte finale della sua replica che poi è il vero cuore del suo ragionamento, ciò che ispira il suo (e della sua collega) approccio sulla vicenda, ovvero un spirale di congetture che sfociano nella dietrologia più gretta. Un disco rigato, un ritornello autistico. Se lei vuole suicidarsi nel gorgo del complottismo, faccia pure.

      Preciso solo, per quei pochi che leggeranno questa conversazione del tutto inutile, che io provo a fare ricerca storica, non mi occupo di indagini giudiziarie per altro su vicende ampiamente prescritte e che si cerca di tenere aperte penalmente ricorrendo a degli stratagemmi. L’ostinazione penale che si trascina oltre ogni tempo scaduto, sono trascorsi 48 anni dalle vicende della Spiotta, è una patologia di sistema che non solo ostacola la ricerca storica ma tenta anche di intimidirla e censurarla. Non sarò dunque io a risponderle di andare Lei dai pm, visto che è così convinto di aver risolto il caso, anche perché non credo – da quel che leggo sui giornali – che le darebbero molto ascolto.

      Quanto alle sue controdeduzioni:

      1) Ciò che rende credibile una testimonianza non è il posto dove viene resa ma il luogo dove si è formata. Il fatto che Fenzi abbia testimoniato davanti alla Moro 2 (la più grande fabbrica di fake news degli ultimi tempi) non accredita le sue informazioni che restano, come si è detto sopra, dei de relato di persone non presenti sul luogo dei fatti.

      2) La stessa cosa vale per Franceschini che stava in carcere al momento dei fatti. Quanto all’inchiesta che avrebbe condotto e che lo avrebbe portato a parlare in carcere con il militante fuggito, è escluso che possa trattarsi di Moretti, visto il rapporto “difficile”, per usare un eufemismo, che correva tra i due, che si incontrano credo solo a Nuoro nel 1982, a Cuneo non credo fossero nella stesa sezione. Posto che sia vero quello che dice Franceschini, e il dubbio nei confronti delle sue parole è metodologicamente legittimo, non è stata certo Moretti la sua fonte.

      3) Fenzi non ha mai citato Moretti come fonte, raccoglie maldicenze su di lui in un ambiente carcerario ostile alle sue posizioni politiche. La vicinanza di Fenzi con Moretti, che avviene dopo la sua scarcerazione, ancora una volta non dimostra nulla.

      4) Le caratteristiche fisiche che voi richiamate non sono univoche, quanti Br sono alti 1.70 ? Inoltre non c’è unanimità tra le versioni dei carabinieri superstiti.

      5) L’evasione dal carcere di Casale (azione eminentemente politica e non di autofinanziamento) fu un fatto eccezionale. Si trattava di portare l’assalto ad un carcere, cosa mai realizzata prima, che richiese il coinvolgimento di militanti esperti delle due colonne.

      6) Le parole di Moretti presenti nel suo libro sono chiare: «Se ne occupa soprattutto la colonna di Torino e l’operazione è diretta da Margherita», il successivo «Margherita “ci” avvertì», e non “mi” avverti, avrebbe dovuto già di per sé essere più che sufficiente per comprendere che avvertì il resto della organizzazione. Non solo, ma che bisogno ci sarebbe stato di “avvertire” Moretti se questo fosse stato accanto a lei ? Si avverte solo una persona che non c’è e non può sapere cosa è accaduto. Ergo, quella frase esclude la presenza di Moretti. Quanto al «decidemmo insieme», è riferito al fatto che ci fosse evidentemente un canale di contatto attraverso il quale comunicare con il gruppo dirigente.

      7) Massimo Maraschi veniva dalla Comune della lodigiana ma era ricercato e quindi aveva trovato riparo nella colonna torinese.

      8) Il rapimento Sossi si svolge in una città dove non c’è ancora una colonna ma solo dei contatti. Questo ha obbligato le Br a portare militanti da fuori provenienti dalle uniche due colonne esistenti.

      9) Quanto alle affermazioni presenti su “A cuore aperto“, Curcio ne ha dato una spiegazione nella sua dichiarazione ai pm resa pubblica recentemente.

      10) Il riferimento “ad altra volta”, il fatto che per voi non sia plausibile che l’espressione sia priva di significato univoco ma sia riferita solo al momento del sequestro Sossi, è una vostra legittima opinione e forzatura che non sposta di nulla la circostanza che la Spiotta fosse stata un porto di mare, sede di molti incontri e riunioni e che dunque sia priva di una determinazione temporale precisa.

      11) Curcio non ha mai scritto che il militante superstite sfuggito alla cattura fosse un debuttante. Questa è una vostra deduzione. Curcio è stato arrestato poco dopo, le parole di Curcio lasciano aperta la possibilità che il militante abbia successivamente abbandonato le Br, come è capitato a molti e non sia mai stato arrestato.

  32. È incredibile che, a distanza di tanti anni, ancora si favoleggi sulle cause del terrorismo, si discuta ancora su improbabili ” grandi vecchi” che avrebbero eterodiretto l’eversione di diversa matrice politica. La realtà che ci si ostina a negare è che lo Stato non era preparato, era debole! Altro che stanze dei bottoni! Mancavano perfino le asole! Era un potere fragile, ben lontano dalla immagine di uno stato leviatano. Siamo un paese dei tanti misteri e ben pochi segreti e la pubblicazione dei documenti è utile per ricostruire un contesto storico e per liberare il campo da paranoie complottiste. Non è mai posto alcun segreto di stato sulle stragi! Si tratta di una leggenda metropolitana. Ma questa leggenda metropolitana, a furia di ripeterla, è diventata un corollario, una verità inconfutabile. E quindi lo stato dei Rumor, di Moro e di Andreotti, secondo la vulgata ormai accettata, collocava bombe, organizzava colpi di stato…ed altre amenità

  33. Scusa ma quando scrivi questo : “Patrizia Clemente ha militato in Lotta
    Continua e poi in Autonomia Operaia e puo
    raccontare episodi vissuti in prima persona
    che dimostrano come nell’area dell’autonomia
    si è verificata una frattura ed alcuni esponenti,
    come Giorgio Moroni, hanno già scelto la
    strada della lotta armata e, di fatto, già
    agiscono nella colonna BR(1).” Su cosa ti basi ? Parlo di Giorgio moroni, come fai a scrivere che ha scelto la strada della lotta armata visto che è stato completamente scagionato?

    • Credo tu abbia frainteso il testo dell’articolo che al contrario ricostruisce la montatura messa in piedi dai carabinieri.
      Quel passo è un sunto delle dichiarazioni della Clemente. Testimone manipolato e ricattato.

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