Moro e la “bufala” delle cassette. La nuova commissione d’inchiesta parlamentare sul rapimento Moro conferma la sua assoluta inutilità acquisendo 17 delle 18 cassette ritrovate nella base brigatista di via Gradoli. Materiale ascoltato e protocollato già 37 anni fa. Di cosa si tratta ce lo dice questo articolo. Noi intanto consigliamo a Gero Grassi di ascoltare e riascoltare attentamente la canzone di Gabriella Ferri, Dove sta Zazà? Forse la canzone contiene un messaggio sul luogo esatto dove Moro venne tenuto. Grassi è esperto di queste cose, saprà dirci. Siamo in fervente attesa
Annachiara Valle
Famiglia cristiana 14 marzo 2015
Sul caso Moro c’è sempre qualche scoop dietro l’angolo, soprattutto quando si avvicina la data (16 marzo) dell’anniversario del rapimento dello statista democristiano e dell’uccisione della sua scorta e quella del suo assassinio (9 maggio 1978). E così l’ennesima Commisisone Moro, questa volta presieduta da Giuseppe Fioroni ci informa di aver acquisito 17 delle 18 musicassette ritrovate 37 anni fa in via Gradoli. «Oggi», ha spiegato Gero Grassi, uno dei componenti della Commissione, «il presidente della Commissione d’inchiesta sul caso Moro, Giuseppe Fioroni, ha acquisito diciassette cassette audio-registrate. Le cassette sono state ritrovate tra i reperti del covo brigatista di via Gradoli grazie al lavoro della dottoressa Antonia Giammaria, magistrato distaccato presso l’organismo parlamentare. Da quel che si conosce dagli atti erano 18 le cassette registrate ritrovate nel covo e mai ascoltate: ad oggi ne manca dunque una. Per il momento le cassette sono nella cassaforte della Commissione, presto ne conosceremo il contenuto e valuteremo la rilevanza per le nostre indagini».
La Commissione farebbe però bene a leggere anche i verbali del sequestro di via Gradoli. Scorrendo i documenti della questura (acquisiti nel corso dell’VIII legislatura), si apprende infatti che 5 delle musicassette c/60 marca Glod Money erano vuote, la sesta conteneva canzoni di Gabriella Ferri, la settima canzoni di Bob Dylan, l’ottava era vuota, nell’ottava «vi risulta registrata musica “Play Pop” canta ada F. Guccini». L’undicesima, senza custodia e distribuita dalla rca contiene canzoni folcoristiche del Duo Piadena, la dodicesima canzoni di Enzo Iannacci. La cassetta più interessante è la tredicesima che contiene canti rivoluzionari e, nella seconda parte, «una voce maschile parla con compagni, per pochi giri, di alcuni articoli». Voce che però non è mai stata identificata. La cassetta numero 14 è vuota, la 15 ha canzoni degli Intillimani, la numero 16 di Fausto Papetti, la numero 18 «le più belle canzoni di Gabriella Ferri». Resta la numero 17, di 90 minuti, «registrata da ambo le parti in lingua inglese», senza specificare se si tratti di canzoni, discorsi, corsi di lingua o cos’altro.
Al netto delle grandi discussioni, dunque, la Commissione, che ha già mandato la scientifica a fare i rilievi in via Fani (con i commenti ironici di chi dice che adesso si potrebbe far luce con questi mezzi anche sull’assassinio di Giulio Cesare a largo Argentina), che ha lanciato come scoop l’ennesimo interrogatorio di monsignor Mennini, che ha dovuto ridire per l’ottava volta che non è andato nel covo dove era tenuto prigioniero Moro per confessarlo, che oggi ci informa del ritrovamento delle musicassette farebbe bene a concentrarsi sul lavoro da fare. Senza la fretta mediatica di dare in pasto mezze verità senza scoprire dove sono le mezze bugie.