Provvedimento disciplinare contro De Angelis: Trenitalia risponde a Liberazione

Liberazione 19 ottobre 2010

Da: Ufficio Stampa Ferrovie dello Stato <ufficio.stampa@ferroviedellostato.it>
Data:
16 ottobre 2010 18:08:43 GMT+02:00
A:
lettere@liberazione.it

Oggetto: Replica FS – Lettera
In relazione all’articolo apparso oggi sulla vicenda del macchinista De Angelis vogliate cortesemente pubblicare la seguente nostra precisazione

I dieci giorni di sospensione al macchinista De Angelis non hanno niente a che vedere con la legittima solidarietà da lui espressa ai metalmeccanici della Fiat di Melfi. Contrariamente a quanto sostiene De Angelis non vi è neppure alcuna analogia tra la sua vicenda (relativa al suo primo licenziamento) e quella degli operai campani. Non è vero cioè che anche lui avesse avuto una sentenza di reintegra nel posto di lavoro e non è vero che la società lo tenesse fuori corrispondendogli la retribuzione. Non essendovi il presupposto di una sentenza a lui favorevole, non avrebbe avuto alcun senso neppure una proposta di tale genere. Fuori è rimasto, e senza stipendio, fino al momento in cui è stata concordata la conciliazione. La realtà è che nel suo caso ogni provvedimento è stato assunto sulla base delle norme disciplinari previste dal contratto di lavoro e in relazione ad evidenti violazioni dello stesso. Il recente provvedimento di sospensione è stato comminato perché in questa occasione e in una precedente, egli ha rilasciato dichiarazioni non veritiere e lesive nei confronti dell’azienda.
Che poi sia stato costretto a rettificarle pubblicamente, come nel caso di quelle rilasciate ad un quotidiano toscano sulla pericolosità delle porte dei treni, non fa altro che confermarne la non veridicità e la gravità. Oltretutto, su tale specifica questione, anche la sua rettifica, inviata al giornale soltanto dopo il ricevimento della contestazione disciplinare, contiene dati ancora non veritieri e assolutamente discordanti da quelli reali.

Federico Fabretti – Direttore Centrale Relazioni con i Media – FS

L’articolo apparso sabato scorso su Liberazione forniva un ampio resoconto, con larghe citazioni, degli argomenti riportati da Trenitalia nella contestazione disciplinare inviata a Dante De Angelis. Per questo motivo potrebbero apparire del tutto superflue le precisazioni inviate dal direttore centrale relazioni media-Fs, senonché il testo del dottor Federico Fabbretti molto capziosamente tende ad attribuire a De Angelis cose che non dice. Per esempio che vi sia stata una sentenza di reintegra. Trenitalia non può fingere di ignorare le “deduzioni” del lavoratore presentate in risposta alle contestazioni. Vi si può leggere: «nelle more del ricorso legale e in presenza di una vertenza sindacale aperta dai sindacati nazionali, codesta ditta ha avanzato per ben due volte proposte conciliative comprendenti entrambe l’estromissione dal posto di lavoro come macchinista e (delegato alla sicurezza)». E’ vero o non è vero che una prima volta fu offerto a De Angelis un trattamento economico sostitutivo del salario comportante l’implicita rinuncia ad agire in giudizio? E’ vero o non è vero che successivamente in sede di conciliazione obbligatoria l’azienda propose una ricollocazione lavorativa con «assunzione ex novo presso altra società controllata dal gruppo Fs»? Sono questi i punti sui quali Trenitalia potrebbe fornire utili chiarimenti. Per quanto riguarda le «dichiarazioni non veritiere e lesive dell’azienda», Trenitalia è in grado di smentire le cifre delle vittime e degli infortuni indicati da De Angelis? Quanto al fatto che i dati siano stati riportati in mesi e non in anni, De Angelis ha spiegato che ciò non è dipeso dalla sua volontà ma è stata la conseguenza di un refuso giornalistico, sanato appena avutane conoscenza con una «rettifica apparsa con particolare evidenza». Se Trenitalia è in grado di provare il contrario fornisca le prove. Senza le quali viene da pensare che dietro lo zelo disciplinare nei confronti di De Angelis via sia soltanto un particolare accanimento persecutorio.

Paolo Persichetti

Trenitalia risponde ancora una volta a Liberazione
29 Ottobre 2010

Lo scorso martedì 19 ottobre nella sua risposta alla nostra replica ad un articolo su De Angelis, Paolo Persichetti ha ritenuto insufficienti le nostre argomentazioni e ci ha posto alcune domande. Rispondiamo volentieri. Alla domanda se «è vero o non è vero che una prima volta fu offerto a De Angelis un trattamento economico sostitutivo del salario comportante l’implicita rinuncia ad agire in giudizio», rispondiamo che non è assolutamente vero. Anzi, dagli atti in possesso di questa Società, si evince in modo netto che la stessa manifestò al De Angelis la volontà di effettuare una verifica volta a riavviare una collaborazione, ricercando nel frattempo una soluzione relativa al trattamento economico. La Società, quindi, non solo non pretese alcuna rinuncia all’azione giudiziale, ma piuttosto offrì la propria disponibilità ad una soluzione. Chiede ancora Persichetti: «è vero o non è vero che successivamente in sede di conciliazione obbligatoria l’azienda propose una ricollocazione lavorativa con assunzione ex novo presso altra società controllata dal Gruppo Fs?». E’ assolutamente vero. Nell’ambito delle trattative tra le parti, al De Angelis fu anche proposta la riassunzione presso una delle Società del Gruppo Fs che a differenza di un’assunzione ex novo, prevedeva il mantenimento dello stesso livello retributivo e dell’anzianità di servizio maturati al momento del licenziamento. Trenitalia può smentire anche i dati sui decessi per guasti delle porte forniti da De Angelis, sia nella prima dichiarazione, sia nella successiva rettifica (inviata al quotidiano dopo tre mesi e solo dopo aver ricevuto contestazione formale). I decessi attribuibili a guasti alle porte negli ultimi 6 anni sono stati 6 e non 21, come invece dichiarato.
Federico Fabretti direttore centrale relazioni con i media – Fs

Nelle sue “deduzioni” Dante De Angelis spiega di aver ricevuto, in cambio «della estromissione dal posto di lavoro come macchinista, la proposta di un trattamento economico sostitutivo del salario, comportante l’implicita rinuncia ad agire in giudizio». Soluzione che avrebbe inevitabilmente compromesso l’esito finale della vertenza, cioè il reintegro in azienda. Il dottor Fabretti pur ricorrendo al manzoniano linguaggio dell’Azzeccagarbugli non smentisce questa circostanza. Conferma invece la seconda offerta di un lavoro ma fuori da Trenitalia. Il che non smentisce la disponibilità a stipendiarlo, ma per un impiego non meglio determinato, purché lontano dai compagni di lavoro. Per quanto riguarda la controversia sul numero dei decessi causati da guasti alle porte, abbiamo pubblicato un dettagliato articolo domenica 24 ottobre che smentisce le cifre fornite da Trenitalia: le quali sono inferiori persino a quelle riportate dall’agenzia nazionale per la sicurezza ferroviaria.
Paolo Persichetti

Link
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