Il dispositivo Saviano ha la leggerezza claustrofobica di una occupazione militare. Quando le parole assumono il volto arcigno della forza statale. Leggete questa testimonianza ripresa dal blog di Luca Bianchini
«Vi giro innanzi tutto la mail che ho ricevuto prima di partecipare a “Quello che non ho”, che ho visto ieri dal vivo alle OGR di Torino.
Alcune importanti raccomandazioni:
• Non sarà in nessun modo possibile sostituire i nominativi all’ingresso: l’accesso sarà garantito solo a coloro che si trovano in lista.
• Sarà indispensabile portare con sè un documento d’identità valido, senza il quale, non sarà possibile accedere agli studi (il documento identificativo dovrà essere lo stesso di quello fornito).
• Tutto il pubblico sarà soggetto a controlli da parte della sicurezza con il passaggio sotto un metal detector prima dell’accesso in studio. Per agevolare le operazioni di passaggio preghiamo gentilmente di portare con sè il minor numero possibile di oggetti metallici (in particolare gioielli e orologi) ed indumenti con parti metalliche (scarpe, borchie, fibbie di cinture). Le persone che sono esentate per motivi di salute (by-pass, etc.) dovranno presentare obbligatoriamente il certificato medico.
• Non sarà possibile accedere agli studi con la borsa: sarà presente un guardaroba gratuito e custodito.
• Preghiamo inoltre di non accedere agli studi con telefonini, videocamere o macchine fotografiche che non saranno utilizzabili.
• L’abbigliamento è libero: da evitare il colore viola e loghi o marche sugli abiti».
Fonte – http://popup.vanityfair.it/2012/05/16/quello-che-non-ha-roberto-saviano/
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Arriva il partito della legalità
Sotto le parole niente: il nuovo libro cuore di Fazio e Saviano
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