Secondino una ceppa di c… Alberto Sordi contro Geolier

Amici napoletani mi hanno spiegato che il nome d’arte Geolier preso da un noto cantante di successo sia frutto di una scelta identitaria legata ad una sottolineata rivendicazione del suo quartiere di origine, il rione Gescal di Secondigliano. Nei giorni scorsi alcuni giornalisti si sono affrettati a spiegare che il termine francese «Geolier» vorrebbe dire in italiano «secondino», termine con il quale a Napoli verrebbero chiamati gli abitanti di Secondigliano, sia per la presenza del carcere che per l’alta densità di popolazione del quartiere incarcerata. Non so quanto sia vero o quanto sia accettata una etichetta del genere, ma facciamo che sia così.

In realtà in italiano il termine geolier si traduce con carceriere. La parola viene da «geôle», dal francese arcaico «gaiole» derivato dal basso latino «caveola», diminutivo del latino classico «cavea», che indica una cavità, caverna e al tempo stesso gabbia. La geôle era la vecchia segreta, la cella riposta nei sotterranei per intenderci e il geolier il carceriere del luogo.
Secondino invece è un termine gergale, dispreggiativo, che indicava in origine «i secondi del capo carcere», in sostanza le guardie carcerarie che dovevano ubbidire al loro superiore in grado, dei sottomessi agli occhi dei detenuti. Termine «in origine lombardo, passato poi in veneto e quindi nella lingua nazionale durante il XIX secolo». Impiegato dai reclusi soprattutto in risposta alla pretesa delle guardie carcerarie di essere chiamate «superiori».
L’equivalente francese, non letterale ma di senso, del termine secondino è «maton» che deriva dall’argot «mater» ovvero guardare, dunque colui che guarda, il guardone.

Tutto questo per dire che se il nostro cantante voleva chiamarsi secondino, avrebbe dovuto impiegare il termine maton, largamente in uso nel francese attuale, e non geolier.

Il détournement, posto che questo fosse il vero obiettivo, non mi sembra granché riuscito.

Torno a dire, e concludo, che quello che a me un po’ sconcerta è la naturalezza con cui si sceglie di assumere questo nome, carceriere o secondino che dir si voglia, senza percepirne il disvalore profondo e che nei quartieri difficili, almeno un tempo, equivaleva all’infamia. 
Se ciò non è più, si tratta di un fatto socialmente e culturalmente rilevante, pregnante di significato, che introduce una cesura tanto più se avviene proprio in quei quartieri difficili, che contano un gran numero di persone detenute, di familiari con detenuti, dove quasi tutti hanno un amico o conoscente incarcerato o che è passato per la detenzione, dove il carcere è purtroppo un orizzonte quotidiano, un percorso inevitabile della propria esistenza che incombe in ogni momento.

Resisto al rischio di trarre conclusioni troppo affrettate intorno ad un fenomeno di costume che però non sottovaluterei affatto.
 Concludo solo ricordando che tra l’Alberto Sordi interprete di Detenuto in attesa di giudizio, con la regia di Nanni Loy, soggetto e sceneggiatura di personaggi del calibro di Rodolfo Sonego, Sergio Amidei e Emilio Sanna, e il povero Geolier, non c’è misura o scelta possibile. Sarà un segno dei tempi, sarà quel che sarà, ma è così.


– Scusi secondino!

– Secondino una ceppa di cazzo. Superiore!

– Superiore? Superiore a chi? Superiore a cosa? Superiore a me?


5 pensieri su “Secondino una ceppa di c… Alberto Sordi contro Geolier

  1. Se volete introdurre commenti su questo blog siete i benvenuti però dovete rispettare una regola: intervenire a viso aperto. Non si accettano anonimi e account camuffati. Ho dovuto mettere in spam una persona che è intervenuta più volte con finte mail, sempre diverse. Evidentemente se non si ha il coraggio di metterci la faccia vuol dire che si ha qualcosa da nascondere. Allora andatevi a nascondere da un’altra parte. D’altronde nessuno vi obbliga a leggere questo piccolo blog, se non vi piace quello che c’è scritto, il mondo è grande e variegato. Circolate allora, andate a leggere da un’altra parte

  2. Tmc “Nelle piazze purtroppo non ci trovi più i giovani però, perché in molti hanno questo modo snob e radical di ragionare da dinosauro”…

    Eh..no! Nelle piazze non ci trovi più i giovani , o molti di essi, solo perché conoscono più la biografia di Fedez/Ferragni , oppure di un Gianluca Vacchi qualunque , piuttosto che quella di Antonio Gramsci, oppure di Bartolomeo Vanzetti..
    Se, e dico se retoricamente, il sindacato,il partito dei lavoratori,hanno operato per oltre 50 anni per armonizzare le istanze di chi rappresentavano , in nome di una convivenza pacifica e “civile” tra istituzioni, cittadini e classi sociali ,al fine di anestetizzare ogni rivendicazione/rivolta,asservendo il tutto al confluire nel contenitore omnicomprensivo della UE, a beneficio della aristocrazia burocratica manovrata dalla finanza massonica anglosassone ,se tutto ciò, dicevo,non è passato inosservato agli occhi di chi ha meno di venticinque anni, allora , non si capisce perché tutto ciò lì annichilisca. Inutile prendersela con i “comunisti col Rolex”.. O meglio, se si è sicuri che siano funzionali al sistema, allora anche sì. Le due / tre generazioni che possono rivendicare non lo fanno ..e si può anche capire che , a differenza di 50 anni addietro, oggi tra telecamere e sistemi informatici invasivi , sia tutto più difficile non avendo ,inoltre , nemmeno una sponda nelle istituzioni.

    • Non ho capito Chavez, dunque è come al solito tutta colpa del PCI? Dico sul serio, non ho ben capito la tua sommaria analisi.
      Sembra che la colpa sia del PCI, morto da vari anni quando da metà anni ’90 questa distruzione dei cervelli è iniziata all’opera dell’anti politica berlusconiana. Poi se vuoi replico ulteriormente, e ti dico anche da dove nasce l’antipolitica che ha aperto funeste porte a Mariotto Segni, a Craxi e a Berlsuconi….

    • La mia “sommaria analisi”, è chiara.
      Possiamo parlare di tutto, da Portella della Ginestra in poi ..
      Ma qui, il riferimento era ai giovani..Posso garantire che un quarantenne , rispetto ad un ventenne , nella media differisce di molto per conoscenza dei fatti storici, delle dinamiche politiche e della società degli ultimi 50/60 anni. Un diciottenne oggi, difficilmente conosce Antonio Gramsci,oppure P.P. Pasolini ; anche perché probabilmente ha dei genitori poco più che quarantenni. Non tutti hanno avuto un padre , un nonno partigiano , oppure anche fascista , col quale confrontarsi. Io, avendo due figli , dai quali mi separano 31 e 51 anni, ho potuto raccontare , trasmettere “storie” , situazioni e clima sociale dagli anni 30 in poi , sulla base delle testimonianze del nonno partigiano, ma anche adolescente durante il ventennio.
      Che vi sia poi una responsabilità indiretta , “del PCI” , ma anche del sindacato, nell’essersi adattati , a partire dagli anni ottanta , alla politica dell’edonismo reganiano trasposto nella Milano da bere di quegli anni ,mi pare evidente; diciamo che la società si è lasciata affascinare dalla riproposizione di un boom economico basato sull’individualismo più sfrenato , e la politica “operaista” , ma anche il sindacato , di fronte alle pesanti innovazioni tecnologiche che richiedevano una pesante riduzione occupazionale , sono dovuti soccombere . E , comunque, gli ultimi fatti di Pisa, rendono evidente come sia sempre più difficile da parte degli adolescenti che non giochino solo alla PlayStation,partecipare alla vita politica in modo diretto . Ma, non solo gli adolescenti vengono stoppati nelle proprie reazioni ,in questo caso rispetto ad un genocidio che si compie sotto gli occhi della civiltà occidentale ,quello per cui manifestavano (ed altri in altri posti del pianeta dimenticati) , ma anche il mondo degli adulti , i già citati quantenni, figli del declino valoriale partito proprio negli anni 80 , grazie anche al berlusconismo . Ma, ciò che è peggio , è essere indirizzati da una aristocrazia tecnocratica , che risponde al sistema anglosassone di valori ed interessi ,sulla unione fittizia di stati, i cui cittadini esprimono un Parlamento centrale che non ha di fatto alcun potere , essendo questo concentrato nelle mani di 26 o 28 persone , espressione di lobbies finanziarie .

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