Scalzone da un consiglio a chi si indigna per il no di Lula alla estradizione di Battisti: “Parlamentari d’Italia cospargetevi l’anima di vasellina”

Con il no all’estradizione di Cesare Battisti Lula respinge il tentativo di golpe giudiziario condotto da parte dei settori più retrivi della magistratura brasiliana (gli stessi che proteggono ancora oggi i torturatori della dittatura) che hanno utilizzato questa procedura di estradizione per condurre una battaglia politica interna

Paolo Salvatore Orrù
notizie.tiscali.it, 30 dicembre 2010

http://notizie.tiscali.it/articoli/interviste/10/12/intervista-scalzone-battisti-lula.html

Oreste Scalzone

«Parlamentari d’Italia cospargetevi l’anima di vasellina. Per quanto mi riguarda, in un’intervista che ho rilasciato a Radio Onda d’Urto il 18 novembre 2009 avevo previsto che Cesare Battisti non sarebbe stato estradato. Feci la mia previsione dunque – nello stesso giorno in cui il Supremo Tribunal Federal – aveva reputato illegittimo lo status di rifugiato politico concesso dal governo brasiliano a Battisti. Gli ultràs della destra più incarognita (incoraggiati peraltro dalla sinistra emergenzialista e giustizialista italiana), avevano però voluto strafare: avevano addirittura messo ai voti una sorta di sottrazione al Presidente federale delle sue prerogative e facoltà in materia attribuitegli dalla Costituzione, avocandole a sé. Se la cosa fosse passata, sarebbe stato un golpe in piena regola: come se il Governo pretendesse con un decreto legge di trasferire nelle proprie mani i poteri di controllo…. che so, della Corte costituzionale, o la Cassazione decidesse di requisire poteri assegnati ad altro ordine dello Stato, l’esecutivo, il Parlamento…».
Oreste Scalzone – fondatore di Potere Operaio e Autonomia Operaia – scaglia la sua pietra, senza nascondere la mano, contro chi avrebbe voluto – media, giudici, parlamentari – l’estradizione dell’ex esponente dei Proletari Armati per il Comunismo (Pac). A Scalzone non importa che l’ex terrorista sia stato condannato all’ergastolo con sentenze passate in giudicato per aver commesso quattro omicidi in concorso durante gli anni di piombo (la prima fase della latitanza l’ex Pac l’ha trascorsa in Francia, dove ha beneficiato delle guarentigie offerte dalla dottrina Mitterrand): «Da quando il Diritto è stato mondanizzato, la Giustizia penale non pretende di attingere la “Verità assoluta”, quella che in dottrina giuridica si chiama storica. Non introducendo un’ipotesi-Dio, la Giustizia non si pretende infallibile, come quella del Santo Offizio dell’Inquisizione. Se non c’è vox Dei, che si manifesta per esempio attraverso l’ordalìa, la  verità giudiziaria è una congettura sulla verità, mai assoluta – per dirla con Foucault, la Giustizia penale è un dispositivo di produzione di effetti di verità…». Quello che a Scalzone interessa è che che i nostri politici «si prendano una bella camomilla: vogliono stravincere ad vitam æternam? Non ce la fanno».

Scalzone, lei dice, in sostanza, che i magistrato brasiliani hanno tentato il push?
Il putsch non essendo peraltro riuscito sul nascere (su questo punto lo stesso “Supremo” si era pronunciato contro a maggioranza), nella logica di un Capo dell’esecutivo si potrebbe far arrestare il gruppo di sediziosi, e trascinarli in Tribunale per cospirazione politica per mutare la forma di governo, attentato alla Costituzione, eventualmente fellonìa e alto tradimento. Non è propriamente il mio campo di competenza, ma possiamo una volta tanto giocare al Monopoli… A quel punto, mi sembrava chiaro che Lula avrebbe potuto dire ai suoi “pari” di parte italiana, “capirete che, dopo questo, non posso, proprio non posso, piegarmi ad un tintinnar di sciabole… Mi dispiace per voi…”.

La decisione di Lula a favore di Cesare Battisti era nell’aria…
Per me è una conferma di una profezia assai facile. Sono i membri di un Parlamento che come un sol uomo sono balzati in piedi con un urlo da stadio, senza alcun rispetto di sé, come una muta di linciatori per interposta penalità, che sono accecati dalla loro passione triste, mortifera e trista. Ora voglio vedere che cosa diranno tutti quelli che per giorni hanno stragiurato che Battisti era già bello e pronto per essere impachettato dai brasiliani per essere gettato in pasto ai media e ai politici italiani.

Il suo era semplice tifo o traeva le sue convinzioni da altri elementi?
Non sono mai stato tifoso di niente (semmai, sono stato giocatore…) : non è certo che per tifo che ci si può impegnare allo spasimo per la difesa della vita di qualcuno, rifiutando che il passato pesi come un incubo sulla vita in corso, sul presente… Non è che un avvocato che si batte strenuamente per un suo difeso va considerato un tifoso di quest’ultimo… Lì si tratta di deontologia forense, codificata da un Ordine professionale, da una corporazione ; per me e quelli come me, è una sorta di deontologia d’altra natura.

Secondo lei – quindi – i giudici sudamericani erano andati oltre le loro competenze istituzionali?
Votando per l’estradizione di Battista il Supremo Tribunal Federal, con lo stesso voto, contemporaneamente, ha deciso di non tener conto di una prerogativa che nella Costituzione brasiliana appartiene al Presidente federale – in questo caso a Lula – e di allogarsela: ripeto, questo sarebbe un golpe.

Una vittoria dei battistiani, una sconfitta per chi avrebbe voluto un epilogo di segno diverso?
Almeno per quanto mi riguarda, non è questione di tifo o di “battistiani” … Certo, qualche fanatico c’è sempre – e il tifo con un segno opposto rispetto a quelli che sbraitavano in Parlamento contro l’ex Pac, al di là di tutto era un capolavoro del controproducente.

Quanto lei andava affermando è stato confermato dai giornali lo scorso aprile. E così?
E’ così: adesso voglio vedere se, dai La Russa ai dipietristi, ripeteranno quello sconcio spettacolo. Sia chiaro sono tutt’altro che un fan delle posizioni dei romanzieri francesi che a Battisti – più che altro – hanno finito per far danno. Per me è solo un caso, è una vita, un principio, una questione di etica della responsabilità. Penso – ed è andata così – che per gli ossessi della punizione sia stata una lezione. Non so se adesso si presenteranno sbracati i Caselli di turno o i parlamentari da stadio che sghignazzarono troppo presto … (l’altra volta non mancò di esprimere il suo giubilo anche il Presidente della Repubblica). Chissà se capiranno, e incasseranno senza gazzarre assai sconce. Capisco il dolore delle parti civili, ma è infame attizzarlo, condannandoli ad un orribile frustrazione, a vagare come anime morte incapaci di elaborare il lutto senza un capro espiatorio comunque…

Battisti, fra le altre cose, ha detto in Italia c’è un regime fascista e che c’è la tortura. Eccessivo?
Per quanto mi riguarda, mai ho detto che in Italia c’è qualcosa che è simile al fascismo e alla tortura. Sono volgarità da propaganda di bassa lega, che sono oltretutto un boomerang che si ritorce contro chi vi fa ricorso. Piuttosto, il punto vero sono i contesti in cui la crociata della parte italiana nasce e si colloca: una sorta di tendenza a un mostruoso Leviatano globale, nazionale, locale, che ibrida, come in un kitsch post-moderno di stili, le logiche di tutte le peggiori forme, storicamente presentatesi, di alienazione penale.

Link
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2 pensieri su “Scalzone da un consiglio a chi si indigna per il no di Lula alla estradizione di Battisti: “Parlamentari d’Italia cospargetevi l’anima di vasellina”

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  2. Battisti, che neanche conosco, Cesare che ti giri in quel grandioso Brasile, ora tinto di rosso. Sapere che un compagno, invece che in galera, nostrana, si muova in ampi spazi americani ………. che bellezza, al solo pensarlo. Quanto sangue rosso di compagni rossi ha segnato le patrie galere? E i neri preti benedicono. O nero clericale, o cattolico impotente ed associati repressori indefessi ………… evviva Lula che v’ha fatto fessi. Battisti neanche lo conosco, eppure lo vedo meglio quale compagno imbrasiliato che non in mano a clericali fottuti, evviva il comunismo!

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