Proteste contro la riforma della scuola. Il vento greco soffia anche in Francia?
Paolo Persichetti
Liberazione 12 Dicembre 2008
I liceali scuotono la Francia. Con un occhio su quanto accade in Grecia, l’Onda d’Oltralpe torna di nuovo a riempire le piazze, dopo le manifestazioni dello scorso ottobre e novembre e quelle di giugno, per contestare la controriforma della scuola (materna, elementare e superiore) e chiedere le dimissioni del ministro dell’educazione nazionale Xavier Darcos. Un progetto che per grandi linee ricalca quello del nostro ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini. Nuovi programmi d’insegnamento e taglio secco di 13500 maestri, soppressione di posti per gli insegnanti di sostegno agli alunni in difficoltà, cancellazione dei corsi del sabato mattina. Tra le nuove materie è previsto l’apprendimento dell’inno nazionale, sorta di preghiera laica della nazione per gli adolescenti che dovranno anche imparare a levarsi subito in piedi alle prime note, come nelle caserme. Nei nuovi programmi è prevista la reintroduzione dell’istruzione civica e morale, pare su richiesta dello stesso presidente della repubblica Sarkozy, mirata a sottolineare attraverso delle massime illustrate i principi della morale. Chissà se i piccoli alunni delle banlieues scoveranno tra questi il diritto di avere permessi di soggiorno per i loro genitori?
Licei bloccati a Caen, Amiens, Bordeaux, Brest e Marsiglia dove dal rettorato hanno chiesto l’intervento della polizia per sgomberare gli edifici. Giovedì si sono svolte manifestazioni nelle stesse città, oltre che a Vitrolles, Vannes, Montpellier. La provincia francese è in prima linea nella mobilitazione, molto di più della capitale dove ieri si è tenuto un presidio di protesta unitario, composto da insegnanti, studenti e genitori davanti alla stazione Saint-Lazare con distribuzione di volantini ai pendolari che rientravano dal lavoro. Mentre a Rennes 3500 liceali sono scesi in strada, come a Tolosa e in altre città della Bretagna. A Brest scontri quotidiani tra giovani e forze di polizia si prolungano da una settimana. Lacrimogeni sono stati lanciati dalle forze antisommossa nei cortili di una scuola. A Nantes 500 studenti hanno bloccato le linee del tram. Cherbourg, Saint-Nazaire e Mans sono state traversate da cortei studenteschi con diversi arresti e condanne con rito direttissimo per accuse di degradazioni e violenze.
«Numerose, ripetute e insistenti, sovente nervose e contraddistinte da scene di violenza», così le Monde ha definito la nuova ondata di proteste, sottolineando le caratteristiche estremamente radicali di questo movimento poco controllato dai tradizionali sindacatini studenteschi. Tira aria nuova, un vento ellenico alimenta questi movimenti locali e spontanei che danno sfogo alla fantasia e arricchiscono la grammatica della protesta con appelli alla «disobbedienza pedagogica» e alla resistenza. Occupazioni notturne degli istituti sono state promosse da professori e genitori, come è accaduto nel liceo Einstein di Sainte-Geneviève-des-Bois, a Sud di Parigi. Un tentativo di dare vita a forme complementari di azione che accompagnino e diano durata nel tempo alla lotta, costruendo consenso e partecipazione. «Non sono il ministro dell’esitazione nazionale», ha risposto Xavier Darcos, facendo capire che andrà avanti comunque. Il Melteni è il vento greco che alza il mare e gonfia le onde. Arriverà anche sulle strade francesi e italiane?
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