Fine pena mai: il caso Battisti e l’anomalia italica
Sandro Padula
L’Altro 11 settembre 2009
Caso Cesare Battisti. Mai nella storia della Repubblica italiana c’è stato un così grande e prolungato impegno dei governanti per estradare una persona. A tale scopo, negli ultimi anni, è stato ingigantito artificialmente il ruolo che Battisti avrebbe avuto nei Proletari Armati per il Comunismo (Pac) e si è volutamente taciuto che nei relativi processi contro tale organizzazione fu condannato in contumacia, quindi senza alcuna possibilità di difendersi, sulla base di vaghe ipotesi accusatorie lanciate da un “pentito” (omicida reo confesso) e rese possibili dalle leggi politiche e antigiuridiche dell’Emergenza. Leggi che da una lato aumentavano di un terzo le pene rispetto a quelle previste dal codice penale per chi, fra le migliaia di inquisiti per “banda armata” e “associazione sovversiva”, non scaricava le proprie responsabilità su altri e neanche accettava di pronunciare dichiarazioni di abiura; mentre dall’altro concedevano grossi sconti di pena a “pentiti” e a “dissociati”.

Militanti fascisti chiedono l'estradizione di Battisti
I Pac sorsero negli ultimi mesi del 1977, dopo la repressione statuale del forte movimento autonomo di lotta che quell’anno si era sviluppato in tutta Italia, e come risposta alla nuova realtà delle carceri speciali. Nacquero perciò nel clima politico e culturale successivo alle critiche di Jean Paul Sartre e molti altri intellettuali francesi nei confronti dell’autoritarismo della democrazia italiana e alcuni anni dopo le taglienti osservazioni di Pier Paolo Pasolini che, pur avendo un sapore generico e quindi populistico, criticavano duramente il trentennale regime democristiano. Dirigenti dei Pac, un’organizzazione composta da oltre una sessantina di persone fra operai, disoccupati, insegnanti e giovani studenti, furono Sebastiano Masala, Giuseppe Memeo e Arrigo Cavallina. Le leggi dell’Emergenza hanno riscritto però la storia stessa dei Pac. Cesare Battisti, colui che era un rapinatore politicizzatosi in carcere, è diventato prima il maggior capro espiatorio di tutta la vicenda dei Pac e poi, negli ultimi anni, il simbolo di un caso strumentalizzato dai governanti per proporre nuove politiche securitarie e, come ha motivato la richiesta italica di sua estradizione dal Brasile, per non riconoscere il carattere sociale e politico anti-sistemico della lotta armata e nascondere la verità storica del periodo che va dalla seconda metà degli anni ’70 ai primi anni ’80: carceri speciali, torture e leggi liberticide. Tutto ciò significa che esistono due problemi. Il primo riguarda il fatto che in Italia non vi sia stata una soluzione politica degli anni ’70. Il secondo e ben più grave è che il nostro paese, a differenza del Brasile e di tanti altri, anche in Europa, insiste a mantenere l’ergastolo. L’Italia razzola male e predica anche male. Per anni ha preteso che una persona, condannata in contumacia all’ergastolo sulla base delle politiche leggi dell’Emergenza, fosse estradata da un paese in cui non esiste il “fine pena mai” ad uno che ancora lo contempla. La stesse leggi italiane non dicevano e non dicono forse che non si dovrebbe estradare chi, all’estero, rischia pene e sofferenze maggiori?
Mercoledì il Tribunale Federale Supremo del Brasile ha rinviato la decisione sull’estradizione di Cesare Battisti. Il Presidente Gilmar Mendes, pur essendo favorevole, si è astenuto ”per il momento” in quanto il suo voto sarebbe risultato decisivo dopo che quattro giudici si erano pronunciati a favore e quattro contro tale provvedimento. È difficile fare delle previsioni su come andranno a finire le cose che oggi si trovano in stato di equilibrio precario. In ogni caso non bisogna dimenticare che Cesar Peluso, relatore del Tribunale Federale Supremo brasiliano, si è dichiarato favorevole all’estradizione a patto che l’ergastolo sia commutato ad una pena massima pari a 30 anni di carcere.
Chi dovrebbe operare una tale commutazione? Il Presidente della Repubblica italiana? E tale eventuale commutazione non dovrebbe riguardare, in base ai criteri formali dell’uguaglianza di ognuno di fronte alle leggi, tutti i “fine pena mai” esistenti in Italia?
Link
Caro Lula, in Italia di ergastolo si muore
Estradizione Cesare Battisti, la menzogna dell’ergastolo virtuale
Ora l’Italia s’inventa l’ergastolo virtuale pur di riavere Battisti
Brasile, rinviata la decisione sull’estradizione di Battisti
Brasile: niente asilo politico per Cesare Battisti
Il Brasile respinge la richiesta d’estradizione di Battisti, l’anomalia è tutta italiana
Scontro tra Italia e Brasile per l’asilo politico concesso a Battisti
Tarso Gendro: “L’Italia è chiusa ancora negli anni di piombo”
Crisi diplomatica tra Italia e Brasile per il caso Battisti richiamato l’ambasciatore Valensise
Stralci della decisione del ministro brasiliano della giustizia Tarso Genro
Testo integrale della lettera di Lula a Napolitano
Caso Battisti: una guerra di pollaio
Dove vuole arrivare la coppia Battisti-Vargas?
Risposta a Fred Vargas
Corriere della Sera: la coppia Battisti Vargas e la guerra di pollaio
Storia della dottrina Mitterrand
Dalla dottrina Mitterrand alla dottrina Pisanu
La fine dell’asilo politico
Vendetta giudiziaria o soluzione politica?
Il caso italiano: lo stato di eccezione giudiziario
Giorgio Agamben, Europe des libertes ou Europe des polices?
Francesco Cossiga, “Eravate dei nemici politici, non dei criminali”
Francesco Cossiga, “Vous étiez des ennemis politiques pas des criminels”
Tolleranza zero, il nuovo spazio giudiziario europeo
Il Nemico inconfessabile, sovversione e lotta armata nell’Italia degli anni 70
Il nemico inconfessabile, anni 70
Un kidnapping sarkozien
La Francia rinuncia all’estradizione di Marina Petrella
La Francia ha deciso di scarcerare Marina Petrella
Scalzone, “Quando si parla di confini dell’umanita vuol dire che se ne sta escludendo una parte”
Marina Petrella ricoverata in ospedale ma sempre agli arresti
La vera impunità è la remunerazione dei pentiti
Peggiorano le condizioni di salute di Marina Petrella
Lettera da Parigi della figlia di Marina Petrella
Marina Petrella sarà estradata, addio alla dottrina Mitterrand
Pingback: Ora l’Italia s’inventa l’ergastolo virtuale pur di riavere Battisti « Insorgenze