Quelle pietre d’inciampo preziose che hai seminato

di Silvia De Bernadinis

Caro Paolo, avevi ragione tu e sbagliavo io. Avevi ragione ogni volta che hai insistito nell’andare alla ricerca del più piccolo dettaglio nella ricostruzione dei fatti per stanare i diffusori istituzionali di bufale, pur sapendo perfettamente che ciò non significasse affatto risolvere il problema della dietrologia. Smonti una truffa e ne creano altre cento! Come ben sai, ho sempre pensato fosse una perdita di tempo ed energie, sottratto all’essenza della storia. E invece avevi ragione tu, perché le assurdità delle tante balle su cui abbiamo forse con leggerezza e sottovalutazione riso un po’ tutti (il livello di cialtroneria raggiunto dall’ultima Commissione Moro ha raggiunto davvero punte inarrivabili), erano lanciate per l’attacco finale, perché non restassero evidenze della realtà, qualcosa se possibile che è più che riscrivere la storia, come nel peggiore degli scenari distopici, sotto l’egida del colle più alto e della sua Verità. Non si trattava per niente di perdita di tempo. Sono pietre d’inciampo preziose, oggi più di ieri, quelle che hai messo. Nessuno, che non sia mediamente serio, può prescindere dalla lettura e dal confronto con il tuo lavoro se vuole orientarsi in quel labirinto artificiale, un apparato mastodontico creato per portare su sentieri che svelano ai più attenti non i misteri, ma i meccanismi di auto-preservazione del potere. Che ipocritamente santificano il loro martire avendone fatto scempio e continuando a farlo. Da lì deve cominciare se vuole capire quanto sia illusoria e allo stesso tempo profondamente politica la sua costruzione. Colpirti, perché si colpisce il tuo lavoro, è segno inequivocabile che hai fatto centro, che sei andato a rompergli le uova. Non c’è nessun labirinto e il re è nudo. Non resta che continuare su questa strada dunque. Se fino alla scorsa settimana pensavo avesse una qualche importanza fare quel che ognuno di noi a suo modo fa, oggi sono convinta che sia un dovere, una necessità assoluta quella di continuare. Non solo per amore della storia evidentemente, in ballo c’è molto di più, a cominciare dalla banalissima libertà di pensiero, per chi ancora un pensiero critico e libero ce l’ha! Al lavoro dunque, più di ieri!

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