Dopo la battaglia sull’art 18 e contro il ricatto lavoro VS diritti ora si scopre che per gli operai del sud, dell’Ilva, il lavoro viene prima dei diritti. E stiamo parlando del diritto alla salute per loro, per le loro famiglie e per i loro figli
di Antonio Savino (ex operaio Fiat)
28 Luglio 2012
C’è un’importante industria nazionale che produce basandosi su un patto scellerato salute VS lavoro, e in questo modo macina utili da decenni. L’Ilva è lì da decenni, molto prima dei fatti della Fiat e dell’art.18, e di questa guerra tra poveri, di questo servaggio sono complici sindacati, partiti, Stato. Per mantenere degli operai in quelle condizioni, lo Stato spende moltissimi soldi per le cure di kemio-tumorali e assistenza, -senza contare i costi sociali-, e altrettanto ne spenderà (se ci saranno soldi) per un improbabile futuro disinquinamento. Anche questo “modello”, -come il debito pubblico- è un modo per scaricare sulle generazioni future la sopravvivenza del presente. Questo è il modello di “sviluppo” che si è andato a determinare da decenni a questa parte, sopratutto al Sud.
A Taranto finisce la sinistra!! .. Il sogno della sinistra. Dal capitalismo non ci si aspetta nulla di buono, ma dalla sinistra (tutta) di aspettative riposte ce ne sono state tante. E un minimo di progetto per “conciliare” capitale e lavoro, giovani e anziani, DOVEVA esserci! Almeno in questa fase, in attesta di piantare la tanto agognata economia alternativa! Invece solo chiacchiere e i famigerati “patti” sociali di partiti e sindacati, ufficiali o meno, che sono stati proposti in tutti questi anni e che invece hanno gestito solamente la decrescita di potere-salario-occupazione operaia e la loro emarginazione sociale.
Non ci resta che stabilire la data del funerale, la Fiat da un lato, Taranto e Siracusa dall’altro, fanno emerge la miseria totale della cultura politica-economica di sinistra (solo orientata alle alleanze politiche e alle campagne/progetti elettorali).
Perchè questo è l’epilogo della lunga quaresima della sinistra da tempo senza storia, e senza memoria.
Delle colpe vanno date anche “all’intellighenzia di sinistra”, ancellare, tutta orientata a fare mercato a vincere premi letterari, ai passaggi in TV, a raccontare il Re, e si è totalmente dimenticata di questa Italia profonda, di questa vandea operaia, dei sudditi del Sud.