Il monito di Montesquieu contro lo strapotere giudiziario

Non vi è libertà se il potere giudiziario non è separato dal potere legislativo e dall’esecutivo. Se fosse unito al potere legislativo, il potere sulla vita e la libertà dei cittadini sarebbe arbitrario: infatti il giudice sarebbe legislatore. Se fosse unito al potere esecutivo, il giudice potrebbe avere la forza di un oppressore

Charles-Louis de Secondat, barone di Montesquieu, De l’esprit des lois, Livre XI, Chapitre VI

 

Il n’y a point de liberté, si la puissance de juger n’est pas séparée de la puissance législative et de l’exécutrice. Si elle était jointe à la puissance législative, le pouvoir sur la vie et la liberté des citoyens serait arbitraire ; car le juge serait législateur. Si elle était jointe à la puissance exécutrice, le juge pourrait avoir la force d’un oppresseur

Charles-Louis de Secondat, baron de Montesquieu, De l’esprit des lois, Livre XI, Chapitre VI

I Cinesi a Gomorra

Citazioni da Gomorra di Roberto Saviano



Pagina 11

Uscivano dal container uomini e donne. Anche qualche ragazzo. Morti. Congelati, tutti raccolti, l’uno sull’altro. In fila, stipati come aringhe in scatola. Erano iu cinesi che non muoiono mai. Gli eterni che si passano i documenti l’uno con l’altro. […] Avevano tutti messo da parte i soldi per farsi seppellire nella loro città in Cina. Si facevano trattenere una percentuale dal salario, in cambio avevano garantito un viaggio di ritorno. Uno spazio in un container e un buco in qualche pezzo di terra cinese.

Pagina 50
La voce di Xian non si interrompeva mai. La sua lingua veniva sparata fuori dai denti come una mitraglietta. Parlava senza neanche prenmdere respiro dalla narici, come in un’apnea di parole. E poi le flatulenze dei suoi qguardaspalle che saturavano la casa di un odore dolciastro avevano appestato anche la mia stanza. Non era solo la puzza a disgustare ma anche le immagini che quella puzza ti sprigionava in mente. Involtini primavera in putrefazione nei loro stomaci e riso alla cantonese macerato nei suoi succhi gastrici. Gli altri inqulini erano abituati. Chiusa la porta non esisteva che il loro sonno.

 

“Gomorra – scrive Alessandro Dal Lago in Eroi di carta. Il caso Gomorra e altre epopee – ci trasmette un disgusto in virtù del quale una certa umanità è vista alla stregua di materia fecale. Non le merci globalizzate, ovvero la merda cinese, sono al centro del primo capitolo, ma i cinesi di merda”.

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Attenti, Saviano è di destra. Criticarlo serve alla sinistra

La Prima Linea: «La mia rivoluzione era un pranzo di gala», parola di Sergio Segio

Dal libro che ha ispirato il copione
di
La Prima linea
il film di Renato De Maria


«Facciamo spesso le ore piccole, bazzichiamo ristoranti di nome e piano-bar. A Milano, la «Scaletta» a Porta Genova, «Gualtiero Marchesi» in Bonvesin della Riva, «Ciovassino» a Brera e, per la musica, il «2», sempre a Brera, e altri jazz club della zona. A Venezia, l’«Harris bar», in omaggio a Ernest Hemingway, e la «Locanda Montin», in reminiscenza di Anonimo veneziano. In particolare di quando Tony Musante dice: «Sto morendo» e Florinda Bolkan risponde: «Tutti stiamo morendo, poco a poco» e lui, di rimando: «Ma io sto morendo adesso». […]
Ecco perché infine, dopo anni di moralismo militante, ci concediamo qualche lusso, qualche spesa decisamente al di sopra degli standard proletari. Da bravi bastardi ci togliamo poi la soddisfazione di convocare le riunioni con i brigatisti in ottimi ristoranti, offrendo loro un pranzo che altrimenti non si potrebbero permettere, stante il livello dei loro stipendi, definito al minimo della sopravvivenza con rigore calvinista. Quando li fissano loro, i luoghi dell’incontro sono immancabilmente trattoriacce operaie di periferia, il cui cibo fa rischiare la vita ben più di una rapina in banca».

Sergio Segio, Miccia corta. Una storia di Prima linea, DeriveApprodi 2005, p. 114


Miccia corta e cervello pure

La Prima linea, il film che vorrebbe seppellire gli anni 70 sotto il peso del senso di colpa
L’esportazione della colpa
Sergio Segio detta l’autocritica, «Scalzone e i parigini condannino la lotta armata»
Persichetti, «
Segio ha dimostrato solo di avere ancora molte cambiali da pagare per la sua libertà»

Sergio Segio, «quanto mi rode!»
Scalzone, «Caro Segio, non c’ è nulla da cui mi devo dissociare»
Il narcisismo del senso di colpa
L’ideologia del ravvedimento
I Ravveduti
Il merlo, il dissociato e il fuoriuscito