Diffusione militante di #OccupyLiberazione, il giornale dei lavoratori di Liberazione che occupano la redazione dal 20 dicembre 2011

#OCCUPYLIBERAZIONE IN PIAZZA AL CORTEO DELLA FIOM
CON UN FOGLIO AUTOPRODOTTO

La prima pagina di #OccupyLiberazione

La storia di Eleftherotypia (Libertà di stampa) il giornale Greco autogestito da giornalisti e poligrafici, senza editore

Un foglio autoprodotto da distribuire gratuitamente a partire dalla manifestazione promossa dalla Fiom.
E’ l’ennesima iniziativa promossa da #OccupyLiberazione, l’assemblea delle lavoratrici e dei lavoratori di Liberazione, giornalisti e poligrafici, che occupa la redazione di viale del Policlinico dal 28 dicembre scorso, in difesa del quotidiano e dei posti di lavoro.

Il foglio (4 pagine a colori interamente autofinanziate), percorre con una serie di rapidi flash metodi ed esperienze di lotta al tempo della crisi globale.
I contributi sono anonimi, come quelli di Eleftherotypia (“Libertà di stampa”), il giornale greco resuscitato dal fallimento dall’autogestione dei lavoratori la cui storia è raccontata in quarta pagina. La filosofia di fondo è quella dell’informazione bene comune.

«La crisi prefabbricata da altri ci strangola. Ci vorrebbero ridurre al silenzio e all’obbedienza. Ma siamo in tante e tanti a ribellarci. A inventarci modi per resistere. Lotte che trasformano chi le fa e la realtà intorno. Così il più grande sindacato metalmeccanico, che i padroni vorrebbero espellere dalle fabbriche, si difende non chiudendosi a riccio, ma aprendosi. Proprio dalla sua capacità di connettersi nasce la prima grande manifestazione contro il governo dei sacrifici a senso unico e la sua maggioranza trasversale», scriviamo nell’articolo di apertura. «OccupyLiberazione non si arrende alla devastazione senza reale confronto di una comunità di lavoro, alla costruzione di teoremi impermeabili al mutare delle condizioni, alle persone spremute e poi buttate via.
Un giornale ha senso (e merita i soldi pubblici) se serve a lettrici e lettori.

Vogliamo continuate a leggere la realtà. Cambiarla e cambiare. Con voi. Collettivamente. In movimento».

Link
Occupy Liberazione
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Liberazione sulla pagine di Left? I lavoratori del quotidiano di via del Policlinico 131 hanno detto “No”

Oggi non avete trovato il pdf del giornale, vi speghiamo perché

da www.liberazione.it

#OccupyLiberazione 13 gennaio 2012

Care lettrici, cari lettori,

oggi dobbiamo deludervi: non trovate il giornale stampabile in Pdf a cui vi state affezionando.
I primi a essere delusi e amareggiati per essere stati costretti a questa decisione siamo noi.
Vi spieghiamo quello che è successo: abbiamo appreso casualmente questa mattina che il numero della rivista Left in edicola da domani, venerdì 13, contiene quattro pagine sotto la testata del nostro giornale. Queste le parole che le introducono: «Left ospita Liberazione. Quattro pagine per garantire al quotidiano la presenza in edicola».
E’ il terzo tentativo che subiamo di far vivere la testata senza i suoi lavoratori.
I primi sono avvenuti col manifesto e con l’Unità: la nostra direzione, dando per già avvenuta la sparizione dalle edicole di Liberazione prima ancora dell’inizio del primo tavolo sindacale convocato per discuterne, aveva concordato con le rispettive direzioni che i due “giornali fratelli” ospitassero una pagina con la nostra testata. In particolare col manifesto era gia stato definito che sarebbe stata un facsimile della nostra prima pagina, con titolo (fatto ovviamente dal direttore), sommarione (fatto ovviamente dal direttore) ed editoriale del giorno (scritto dal direttore o, come si usa, da una firma esterna autorevole su commissione del direttore).
Ci siamo opposti con tutte le nostre forze: quello che le altre testate avevano concepito come un gesto di solidarietà al primo giornale che soccombeva ai tagli di Berlusconi-Monti si tramutava nell’azzeramento della redazione, a rischio di Cassa integrazione a zero ore. Una cosa che non potevamo accettare. Lo abbiamo spiegato, i colleghi – e non smettiamo di ringraziarli – hanno capito e si sono rifiutati a qualsiasi iniziativa che non fosse condivisa anche da noi. Il manifesto in particolare ne ha dato conto diffusamente sulle sue pagine.
Per questo abbiamo trovato incredibile che la cosa si ripetesse alla chetichella con Left. Non una parola: quattro pagine, di cui nessuno della redazione aveva mai sentito parlare, firmate dal direttore Dino Greco e da un collega.
Il fatto è gravissimo per tre motivi:
1) rompe la collaborazione – finora una dialettica difficile, ma che cercavamo di mantenere aperta – tra direzione e redazione occupante;
2) interviene come un’irresponsabile turbativa nell’interlocuzione, appena riaperta, con reciproco impegno di costruttività e trasparenza , tra l’editore Mrc e le rappresentanze sindacali (un primo contatto in sede aziendale mercoledì 11, teso alla riconvocazione di un tavolo nazionale, questa volta speriamo per un autentico confronto);
3) irrompe come un elefante in una una cristalleria nella delicatissima consultazione in corso con il Dipartimento all’Editoria (condotta in totale reciproca autonomia ma con fini si spera convergenti da Cdr e Rsu da una parte e editore dall’altra) sulla continuità editoriale – e relativa possibilità di finanziamento – dopo la interruzione delle pubblicazioni cartacee.
Il giornale che avete letto in questi giorni come sapete è frutto della scelta di lotta dell’assemblea permanente unitaria dei lavoratori di Liberazione che dal 28 dicembre occupano la redazione di viale del Policlinico. Nonostante ci troviamo in ferie non per nostra volontà, nonostante il contratto di solidarietà durissimo in cui siamo impegnati sia stato revocato dal nostro editore, nonostante la richiesta di Cassa integrazione a zero ore per tutti avanzata dall’editore alla Regione Lazio abbiamo messo tutto il nostro impegno e senso di responsabilità a far vivere Liberazione.
Ricominciamo da domani: l’occupazione aperta si arrichisce di idee e presenze, e l’assemblea si riconvoca per dare ulteriore slancio, far fare un nuovo salto di qualità al giornale.

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